ANNA COLITTI


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OPERE SCELTE


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ultima personale dell'artista, dal 29 settembre al 30 novembre 2023






NELLE STANZE DELL’ANIMA
di Giorgio Bonomi

La tecnica preferita da Anna Colitti per realizzare le sue opere è la fotografia. Con questa l’artista opera soprattutto con l’autoscatto e quindi con l’autoritratto.
Troppo spesso l’autoritratto viene classificato come “narcisismo” nel senso freudiano, ma noi stiamo fermi invece sulla versione del mito come lo descrisse Ovidio, cioè Narciso muore affogato nel tentativo di “abbracciare” la sua immagine, cioè di “com-prendere” (che in latino significa “prendere insieme”, “abbracciare”) e conoscere se stesso; ricordiamo anche che noi conosciamo noi stessi solo davanti a superfici specchianti, quali l’acqua e poi lo specchio, o con la fotografia.
Colitti certamente si autoritrae per conoscere meglio la sua identità, cioè il suo Sé, ma va oltre.
Con l’autoritratto elabora il mito, “esegue” riti, finanche esoterici, descrive situazioni sociologiche, emozionali (come il ricordo, l’inquietudine, la morte ed altro ancora). Naturalmente lo fa con gli strumenti propri dell’arte che, sia essa pittura o fotografia, poesia o cinema, sempre ricorre alla fantasia creatrice ma non staccata degli elementi di realtà, materiali e spirituali.
Colitti non si limita all’autoscatto ma crea scenari e ambientazioni adatte a quello che vuole esprimere e in questo spesso le sue opere hanno connotati pittorici, memori della grande arte del passato, come le luci e le ombre di Caravaggio.
Allora, per non fare che pochi esempi, vediamo che le sue mani fungono da clessidra perché lasciano cadere lentamente la sabbia. Questo è il suo modo, artistico, di parlare del tempo, una categoria che ha coinvolto, fin dalle origini, la filosofia ed anche l’arte, e un vissuto che è sempre sfuggente, bello e terribile.
Ed il tempo viene affrontato dall’artista anche dal punto di vista intimo, cioè come ricordo: concetto che è memoria, quindi conservazione di qualcosa che non è più ma anche sentimento vivo, presente.
Così Colitti realizza un dittico, Generazioni, in cui lei appare, in una foto, mentre tiene nella sua mano quella della nonna, e, nell’altra, quella della madre. Qui il tempo non è quello cronologico, quello lineare della freccia né quello ciclico, bensì quello interiore di Sant’Agostino, infatti, al di là delle differenze di età, l’artista sembra quasi “fermare” lo scorrere del tempo che lega indissolubilmente i tre soggetti del dittico. Va notato che non appaiono i volti, proprio per non caricare il lavoro di soggettivismo, dovendo l’arte parlare a tutti.
C’è un’altra serie di tre opere che ci portano nella memoria e nella nostalgia: si tratta di autoritratti dell’artista mentre esce da una soffitta. L’osservatore, davanti a questi lavori, sarà preso dal dolce ricordo personale perché ognuno ha avuto una vecchia soffitta, o un solaio o anche una cantina, in cui da piccolo ci andava a rovistare e trovava tante cose, oggetti dimenticati, “pezzi” di famiglia, memorie e fonti di grandi fantasie.
Ancora una volta viene oltrepassata la soggettività dell’autrice per rivolgersi a tutti o, almeno, a coloro che hanno sensibilità artistica e poetica.
Infine, vogliamo evidenziare che anche le immagini in cui Colitti appare nuda, sempre in modo pudico, non sono semplicemente le immagini di una persona determinata, infatti l’autoritratto si manifesta come la fotografia di una statua greca, date la plasticità delle forme del corpo e le luci, sempre attente ai chiari e scuri, che, scivolando sulle membra, illuminano e ombreggiano la pelle.
A conferma dell’impegno e della complessità del suo fare artistico, ricordiamo anche che, oltre alla fotografia, lei pratica l’incisione e il disegno, tecniche “artistiche” – non a caso usa anche la sanguigna – che ancora una volta collegano Anna Colitti a quella grande catena che è la storia dell’arte, nel suo passato, presente e futuro.

















Recensioni / Reviews

Art Tribune

Venezia News 1

Exibart

Corriere Nazionale

Venezia News

Itinerari nell'Arte

Zarabaza

Arte Go

InnovArte

InnovArte Facebook


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"La relatività del tempo"
Tecnica: fotografia analogica medio formato
Misure: 100x100cm
Supporto: stampa fine art montata su d-bond
Anno: 2012

"The relativity of time"
Technique: medium format analogue photography
Dimensions: 100 x 100 cm
Support: fine art prints installed on d-bond
Year: 2012


La relatività del tempo

"Ultimamente sto riflettendo molto sul concetto di tempo, sulla valenza diversa che il suo scorrere ha per ognuno, su ciò che comporta il diverso relazionarsi ad esso. Dalle mie riflessioni, basate su osservazione ed esperienza, ho potuto comprendere come il tempo nel suo scorrere sia “relativo”, diverso per ognuno (interpellando un vocabolario infatti troviamo: relativo = part. contrapposto ad assoluto, dipendente dall’ambiente o dall’osservatore).
Il tema del tempo è interpretato simbolicamente in quello che, nella mia visione, è il modo ideale di viverlo: una donna (autoritratto), su una vecchia barca, lascia scivolare tra le dita della sabbia che scende a tuffarsi nella laguna circostante. Le acque, illimitate e immortali, sono il principio e la fine di tutte le cose terrene. La barca è come il vivere per trascendere. Le mani sono similmente ad una clessidra da cui scorre via il tempo della vita, e questo tempo è sereno per la donna, come per chiunque ha trovato in Sé la serenità interiore.
L’opera che rappresenta questo tema è una fotografia analogica realizzata su pellicola a medio formato e digitalizzata per la stampa su fine art." (2012)

The relativity of time

"Lately, I've been thinking a lot about the concept of time, the different value that its passing has for each person, about what imply the different ways of relating to it.
I have been able to understand how time in its passing is "relative", different for everyone, in fact we find in a dictionary: relative = particular as opposed to absolute, dependent on the environment or the observer.
The issue of time is symbolically interpreted in what is, in my view, the ideal way of experiencing it: a woman (self-portrait), in an old boat, let the sand slip through her fingers that goes down dropping into the surrounding lagoon. The waters, endless and immortal, are the beginning and the end of everything earthly. The boat is like the living to transcend. The hands are similar to an hourglass from which runs off the time of life, and this time is quiet for the woman, as for anyone who has found in Him/Herself the inner serenity.
The work that represents this theme is a picture of analogical medium format film and digitalized for printing on fine art." (2012)

 

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"Dioniso I"
Tecnica: fotografia digitale
Materiali: stampa fine art, pannello d-bond
Misure: 75x55cm
Anno: 2014

"Dionysus I"
Technique: digital photography
Support: fine art prints installed on d-bond
Dimensions: 75x55cm
Year: 2014




"Dioniso II"
Tecnica: fotografia digitale
Materiali: stampa fine art, pannello d-bond
Misure: 56x78cm
Anno: 2014

"Dionysus II"
Technique: digital photography
Support: fine art prints installed on d-bond
Dimensions: 56x78cm
Year: 2014


DIONISO I e DIONISO II

Nell’opera mi ritraggo nei panni di Dioniso. La scelta del personaggio è intimamente legata al percorso di evoluzione personale che svolgo quotidianamente nella mia vita. La tematica mi è molto cara in tutte le sue accezioni, dalla ricerca di un legame con il divino all’imparare a godere della Creazione.
A questo proposito ho ha scelto di impersonare due diverse incarnazioni della divinità: l’aspetto più carnale (ricerca) in “Dioniso I” e quello più spirituale (comunione con il divino) in “Dioniso II”.
La scelta estetica è invece legata al mio amore per la luce, fondamentale nelle opere che realizzo. Da qui la decisione di ispirarmi ai dipinti di Caravaggio per questo lavoro. Ho preso ad esempio il “Bacchino malato” perché mi piaceva molto la composizione e gli elementi utilizzati, ma ho deciso di modificare alcune cose (incarnato, espressione, posizione del corpo) per rendere a pieno il concetto che volevo esprimere, maggiormente legato alla Grecia e al culto di Dioniso, piuttosto che al Bacco romano.

Su Dioniso:
Dioniso è stato l’ultimo degli dei a dimorare nell’Olimpo.
Nell’evoluzione filosofica della società greca Dioniso, dio del vino, ha avuto un'importanza man mano crescente. Il suo culto è associato alla conoscenza dei misteri della vita dopo la morte.
Dioniso era invocato durante cerimonie (riti a carattere segreto che fanno parte dei culti misterici – i quali arrivarono dalla Grecia a Roma, dove Dioniso prese il nome di Bacco) a lui dedicate affinché rinnovasse il ciclo della vita vegetale e aiutasse la comunione tra l’uomo e il sovrasensibile. Egli doveva far scorrere il vino (al tempo bevanda sacra) e, rendendosi personalmente presente tra gli uomini, possederli con la sua “mania” offrendogli la possibilità di oltrepassare il limite della loro condizione attraverso un esperienza mistica che permetteva un contatto più stretto con il divino.
In questo il godere di tutta la creazione divina è segno di riconoscenza.


DIONYSUS 1 & 2


In the work I retract myself into the role of Dionysus. The choice of character is intimately related to the path of personal evolution that I perform in my daily life.
The topic is very dear to me in all its forms; from the search for a link with the divine to learning to enjoy the Creation.
In this regard, I chose two different interpretations of the divinity: the more carnal aspect (searching) and that of the more spiritual (communion with the divine).
The aesthetic choice is instead linked to my love of light and shadows, which is fundamental in the work I do.
Hence the decision to be inspired by the paintings of Caravaggio for this work.
I took as an example the "Sick Bacchus" because I really liked the composition and the elements used, but I decided to change some things (flesh, expression, body posture) to render in full the concept that I wanted to express, more related to Greece and the cult of Dionysus, rather than the Roman Bacchus.

On Dionysus
Dionysus was the last of the gods to dwell on Olympus. In the philosophical evolution of the Greek society Dionysus, god of wine, had gradually increasing importance. His cult is associated with the knowledge of the mysteries of life after death.
Dionysus was invoked during ceremonies (rites of a secret character that were part of the mystery cults – of those which arrived from Greece to Rome, where Dionysus took the name of Bacchus) dedicated to him so that he would renew the cycle of vegetal life and facilitate the communion between man and the supersensory. He had to make the wine (at the time a sacred drink) flow and, by being personally present among men, possess them with his "mania" by offering the possibility of exceeding the limit of their condition through a mystical experience that allowed a closer contact with the divine. In this, the enjoyment of all divine creation, is a sign of gratitude.



Richard Nilsson about Dioniso

"Anna Colitti’s talent expresses itself, on both sides of the lens.
Her photographic abilities are readily seen in her precise lighting, exposure and composition.
However, she is equally talented in front of the lens.
Her sensual, androgynous portrayal of Dionisio, captures the young God’s very essence.
Dionisio, like wine, can bring bliss and relaxation, or provoke bitterness and fury.
As Anna gazes into your soul, is she attempting to seduce you……. or is she challenging you?"

 


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HUMAN RIGHTS - THE FUTURE'S SHAPE - WOMEN CAN SAVE THE WORLD
141 ARTISTI DA 31 PAESI DIFENDONO LA PARITA' DI GENERE
a cura di Roberto Ronca

http://aiapi.it/women#prev
(video, articoli, foto dell'inaugurazione)



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"Offerta"
Tecnica: fotografia analogica medio formato
Misure: 80x100cm
Supporto: stampa fine art montata su d-bond
Anno: 2007

"Offerta"
Technique: analogue photography
Dimensions: 80x100cm
Support: fine art prints installed on d-bond
Year: 2007



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"Inside Outside"
Tecnica: fotografia analogica medio formato BN in fotografia analogica a colori
Misure: 80x100cm
Supporto: stampa fine art montata su d-bond
Anno: 2007

"Inside Outside"
Technique: analogue photography
Dimensions: 80x100cm
Support: fine art prints installed on d-bond
Year: 2007


In quest’opera esamino una predisposizione interiore che reagisce al contatto con una realtà esteriore opposta a cui si sente impotente, facendone nascere un emozione di sofferenza.
Una donna inginocchiata piange perché nonostante la sua fede (simboleggiata dal crocefisso al collo) e la sua bontà la vita continua a darle motivo di dolore, essa si sente impotente nonostante si trovi nella purezza dell’acqua pulita (simbolo di creazione e purificazione).
La sua figura emerge dall’ombra, quest’ombra contrasta con la limpidezza dell’acqua che ne avvolge l’immagine creando un gioco di trasparenze e riflessi di luce sulla superficie. Attorno a questa pozza limpida con fonte continua (rubinetto), la crudezza della materia che la circonda (lavandino sporco e pieno di incrostazioni).

(testo del 2014)



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Tratto da "Il corpo solitario. L'autoritratto nella fotografia contemporanea vol II"
di Giorgio Bonomi, Rubbettino Editore

Dà sempre ai suoi autoritratti un valore simbolico: se abbiamo una dimostrazione di uno stato "malinconico", di "inquietudine", abbiamo anche quello della "morte", che viene così rappresentata proprio per esorcizzarla, dato che, come afferma la stessa artista: "per trovare la Luce, occorre attraversare l'ombra". Con un percorso interiore, realizzato con l'introspezione, piano piano raggiunge la consapevolezza di sé.
Si accorse della "relatività del tempo" (con la sabbia che, come nella clessidra, scivola lentamente dalle sue mani), non rifiuta momenti "esoterici", arriva anche alla "offerta". Colitti ci presenta un lavoro complesso, molto pensato ma realizzato in maniera "semplice", "fresca", senza quei possibili appesantimenti che un pensiero profondo potrebbe arrecare.



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Selezione di Autoritratti della serie "Love & sorrow" e "Faith and devotion" 1998/2000





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"Martirio"
Tecnica: stampe ai sali d'argento, pannelli dbond
Misure: base 50 x altezza 68 cm ciascuna (trittico)

Questo trittico simboleggia il martire dell'epoca moderna, una sorta di San Sebastiano trafitto, non più dalle frecce, ma dalla sua relazione con un progresso incontrollato che lo allontana dalla natura e dalla sua libertà.

 

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"Percorsi" (collezione Seat)
Tecnica mista su cartone
Anno: 2007

Opera vincitrice del Premio Pagine Bianche d'Autore 2007 per il Friuli Venezia Giulia.
Pubblicata sulla copertina dell'elenco telefonico di tutta la regione. In seguito all'acquisizione da parte del Gruppo Seat per la Collezione Seat è stata esposta ad Artissima a Torino nello stesso anno.


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"Oltre le tenebre" (collezione privata)
installazione site specific per Pardes nell'ambito del tema "Uno squarcio nelle tenebre"
Materiali: lastra di acciaio lucidata a specchio con materiale plastico nero sovrapposto in cui si trovano dei buchi prodotti attraverso combustione
Misure: 100x100cm
Anno: 2016


Allestimento dell’opera in giardino, stesa sul prato, volta al cielo, a riflettere lo spazio sovrastante a beneficio dell’osservatore.
La forma quadrata richiama il quaternario inteso a livello simbolico: i quattro elementi, le quattro fasi in cui si divide naturalmente ogni ciclo (le stagioni, le fasi lunari, le età della vita umana, ecc) o, più spiritualmente, i “termini” di cui parla René Guénon.
All’interno del materiale nero – che simboleggia le tenebre – si trovano diversi squarci che rivelano il cielo (sereno e soleggiato, piovoso, o notturno pieno di stelle che sia, a seconda della predisposizione climatica) simbolo della speranza dell’uomo e del suo collegamento con qualcosa di superiore.
Opera che vuole portare un pensiero positivo in questo periodo difficile: grazie questi squarci nelle tenebre la Speranza non morirà e l’uomo riuscirà a trovare di nuovo la Luce.



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"Ingresso della luce"
tecnica: incisione - maniera nera su rame
Misure: 35x50cm


La materia della lastra di rame viene lavorata, nella parte bassa, con ritmici passaggi di “mezzaluna” fino ad ottenere una trama fitta che consente di conseguire una superficie nera nella fase di stampa. I bianchi - gocce di luce nell’oscurità - sono ricavati successivamente riportando il rame ad uno stato di livellamento attraverso una pressione dei quelle zone.
La materia lavorata in questo modo diventa allegoria: crea e da forma ad un simbolico “Ingresso della Luce”, una luce che penetra nelle tenebre.


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"Anima Ardente "
Tecnica: incisione calcografica - vernice molle e acquaforte su zinco, stampa su carta rosaspina con inchiostro colorato
Misure: 17 x 24,5 cm


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"Lapis"
Tecnica: olio su tela


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Paesaggi industriali
Gli edifici delle fabbriche, i macchinari in essi contenuti, e i particolari meccanici, hanno suscitato in me un forte fascino e mi hanno portata a fare delle riflessioni, e di conseguenza alla decisione di rappresentarli nelle mie opere.
Dalle riflessioni sull’uomo e l’ambiente che lo circonda sono nati i “paesaggi industriali” che hanno coinvolto la mia produzione artistica a più livelli per diversi anni.

Avendo avuto la fortuna di crescere in un ambiente rurale ho potuto fare esperienza dell’importanza di vivere a contatto con la natura, sentirne le energie sottili e indagarne l’influenza sull’essere umano. Nelle esperienze di relazione interpersonale ho potuto notare come questo legame sia quasi assente in chi ha da sempre vissuto in città, e come questa assenza possa allontanare l’uomo da un “sentire” più ampio rispetto a quello principalmente materiale.
Dopo due secoli dalla rivoluzione industriale le fabbriche hanno invaso quasi tutte le nazioni, mutandone radicalmente il paesaggio, l’essere umano spesso vive la sua intera esistenza tra il cemento armato delle città, rinunciando, in questo modo, ai benefici dell’energia della terra e della natura. In quest’epoca è nato un nuovo paesaggio in grado di suscitare emozioni diverse da quelle di qualsiasi manifestazione in natura: il paesaggio industriale, che nel mio immaginario diviene un luogo di smarrimento in cui l’uomo si aliena da se stesso e si allontana dalle sue radici.

La realizzazione di questa serie di opere è iniziata cercando dei luoghi per me significativi e andando in loco a realizzare delle riprese fotografiche in bianco e nero. Dopo aver sviluppato il rullino ho stampato le fotografie in camera oscura e successivamente ho realizzato delle elaborazioni pittoriche manuali a partire da queste, in modo che il risultato mi permettessero di ottenere un immaginario fantastico, scarno e desolante o, in alcuni casi, apocalittico. Partendo dagli elaborati così ottenuti ho realizzato diversi oli su tela.




Industrial I rappresenta un interno quasi claustrofobico in cui un macchinario si staglia in un atmosfera immobile, innaturale come i colori che la rappresentano, fuori dal tempo.

"Industrial I"

Olio su tela
145x145cm


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Nel Dittico vediamo delle tubature di metallo, con altri elementi metallici, affiorare da un fondo inesistente, quasi apparire dal nulla o dalla nebbia. Si possono scorgere alcune linee di costruzione o schizzate, ad alludere alla costruzione operata dall’uomo. I toni sono monocromi, richiamano il colore della terra e della ruggine, e rimandano a un senso di alienazione e smarrimento.

"Dittico I e II"

Olio su tela
2 tele di 150 x 65 cm

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"My past"
Tecnica: 2 light box
Misure: 30 x 80 cm e 30 x 40 cm
Anno: 2010

Opera nata da un ritrovamento "casuale" che mostra ciò che ero oltre 15 anni fa, la traccia rimasta non è solo della parte più densa del mio corpo, ma anche di quello che era il mio modo di essere all'epoca: si distingue la presenza di numerosi piercing che allora non ho voluto togliere per effettuare la radiografia ai raggi X. Piercing che non ho più, e di cui rimane traccia sulla mia pelle, oltre che sul mio carattere, anche se adesso sono profondamente altro da allora.
Elementi che hanno accompagnato e accompagnano ancora molte persone che ho frequentato.

 

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BIOGRAFIA

Anna Colitti vive tra la città di Venezia e la campagna friulana.
Si è formata presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia (laurea quadriennale in pittura, biennio specialistico in arti visive e discipline dello spettacolo indirizzo pittorico, biennio per l’insegnamento). Appassionata della filosofia nei suoi aspetti teorici e pratici ha approfondito la sua formazione con corsi di discipline olistiche per oltre vent’anni.

Artista eclettica, utilizza molteplici linguaggi e diversi mezzi espressivi per rappresentare il suo pensiero e il percorso evolutivo che sta svolgendo.
Le sue opere hanno un carattere prevalentemente simbolico e allusivo, siano esse figurative o astratte. I concetti contenuti si rivelano al fruitore attraverso più livelli di comprensione a seconda della predisposizione di ognuno. Importante perciò l’interazione con l’osservatore, sia che esso venga stimolato ad una riflessione, più o meno profonda, sia che venga inconsciamente colpito dall’estetica dell’opera e dalla “vibrazione” che la accompagna.

Tra i mezzi espressivi la fotografia è un mezzo privilegiato di indagine e produzione estetica (dalla sua prima reflex all’età di 11 anni), talvolta punto di partenza anche per la realizzazione di lavori di pittura o installazioni.

Fin dalla giovinezza ha “lavorato” sulla sua immagine attraverso la ripresa fotografica. Inizialmente il processo è stato inconscio per poi è diventare man mano cosciente. La creazione dei primi autoritratti è stata infatti impulsiva, seguita da una produzione più riflessiva incentrata sulla sua personalità e le sue emozioni, per poi articolarsi in un percorso-indagine interiore. In seguito ha utilizzato la sua immagine anche per rappresentare ed esprimere concetti astratti o legati a percorsi filosofico-spirituali.

Negli autoritratti fotografici la luce utilizzata è sempre naturale: fondamentale sia per effetto stilistico che per desiderio concettuale. Le fotografie in BN sono stampate in camera oscura dall’artista, talvolta modificate mediante l’utilizzo di doppie esposizioni o elaborazioni pittoriche con l’acido, oppure stampate su carta Fine Art dopo la scansione del negativo.
Nei lavori a colori in pellicola predilige il medio formato, talvolta utilizza anche la fotografia digitale, la scelta avviene a seconda della necessità espressiva che richiede il tema trattato.
Alcuni lavori sono raggruppati in serie tematiche. Tutte le opere fotografiche sono stampate in tiratura limitata e numerate.

La sua produzione a questo tema è stata recensita favorevolmente dal critico e filosofo Giorgio Bonomi nel suo libre di recente pubblicazione “Il corpo solitario. L’autoscatto nella fotografia contemporanea. Vol II” e “Il corpo solitario. L’autoscatto nella fotografia contemporanea. Vol III”, Rubbettino ed.

L’opera “Dioniso I” è presente nella collezione sull’autoritratto fotografico del Museo di Fotografia Contemporanea di Senigallia (Musinf).

La tematica dell’autoritratto viene realizzata anche con altre tecniche: incisione calcografica, disegno, pittura.

L’artista ha realizzato molte opere fotografiche nell’ambito del ritratto fotografico con la collaborazione di alcuni soggetti che si sono prestati per svolgere su di loro un percorso di indagine interiore atto a rappresentare i vari aspetti delle loro personalità.
In parallelo al lavoro sull’autoritratto e il ritratto ha realizzato altre serie fotografiche. Tra queste ricordiamo i paesaggi industriali che sono stati anche base per una produzione pittorica.

In ambito pittorico possiamo trovare diversi periodi espressivi con tematiche distinte, sempre collegate agli ambiti sopraccitati, e spesso connesse anche agli altri tipi di produzione.
Un periodo di espressione astratta che ha visto la vincita del Premio Pagine Bianche d’Autore del 2007 come miglior artista della sua regione di nascita, il Friuli Venezia Giulia, con la sua opera “Percorsi” premiata a Roma e successivamente pubblicata sulla copertina dell’elenco telefonico di tutta la regione. In seguito all’acquisizione da parte del Gruppo Seat per la Collezione Seat è stata esposta ad Artissima a Torino nello stesso anno.

Appassionata di grafica d’arte, ha realizzato diverse incisioni calcografiche con le diverse tecniche.

Le opere sono accompagnate da riflessioni che, dopo la loro esecuzione, l’artista mette sovente per iscritto: nella sintesi dell’opera si concretizza un percorso e nell’osservare il prodotto derivato dal pensiero e dall’azione diventano più chiare azioni inconsce, bisogni, direzioni.

Ha esposto in diverse mostre personali e collettive in Italia e all’estero.

Abilitata in discipline pittoriche, grafiche, scenografiche, insegna presso il Liceo Artistico di Venezia.


BIOGRAPHY

Anna Colitti currently lives between Venice and Udine. She is an artist who opens her style amongst the various disciplines of visual arts, by caring and deepening both theorical and practical aspects.
Her education took place first at Arts Academy of Fine arts in Venice, where she obtained: the degree of 4 years bachelor with painting adress (thesis on research in art history); Master degree (2 years) in visual arts and performing disciplines (mark 110 with honours); and teaching qualification of pictorial art.
She moves between different disciplines of visual art while studying both theoretic and practical aspects.
Polyedric artist, she uses for her works various expression means, whose choice follows her communication needs, such as painting, photography.
The themes of her works are intimately linked to personal research in psychology and philosophy: various levels of understanding are possible for the viewer, according to the degree of sensibility and knowledge of the dealt concepts. Therefore there are 2 ways of approaching her art: the emotional way, immediate, of the first visual impact, and the reflexive and introspective way that comes along a careful observation.
Her artworks are present both in public and private collections. She has participated to various personal and group exhibitions.

In 2007 she won “Pagine Bianche d’Autore” for the Friuli Venezia Giulia region. The artwork now belongs to Seat collection (Tourin).
Since 2015 she is present at the National Archive of Photographic Self-portrait Musinf museum in Senigallia (Museum of modern art and photography). Curators: Giorgio Bonomi, Italian coordinator of the Archive the Self photo, Carlo Emanuele Bugatti, director of Musinf. www.musinf.it





Desidero ringraziare per il loro prezioso contributo due amici che mi hanno aiutato nella realizzazione di altrettante: Diego Lorenzo Zanitti per il suo occhio ne “La relatività del Tempo” e Gionata Biavati per la sua fantastica empatia in “Dioniso I e II”.



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Presentazione del libro di Giorgio Bonomi "Il corpo solitario III" tenuta a giugno 2022 al Museo del Novecento a Firenze;
sullo sfondo, dietro il critico e i relatori, si vedono sei opere dell'artista Anna Colitti contenute nel volume.




 



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ESPOSIZIONE DELL'ARCHIVIO DELL'AUTORITRATTO FOTOGRAFICO DEL MUSINF.
Senigallia, Rocca Roveresca, 2018.

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Giorgio Bonomi all'inaugurazione dell'esposizione





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INAUGURAZIONE ESPOSIZIONE PRESSO LO SPAZIO TRASPARENZE.
Venezia Mestre,
2017.